Uno dei costruttori più blasonati della storia del Carnevale di Viareggio con ben sei vittorie e vari podi in bacheca, il viareggino Luigi Verlanti (Renato è infatti il soprannome che la nonna materna gli assegna da piccolo) nasce l'8 gennaio 1929 e fin da giovanissimo respira l'aria dei baracconi, aiutando ad impastare lo zio Oreste Lazzari. Dopo la guerra sono proprio Oreste e Orazio D'Arliano a insegnargli il mestiere, anche quello di carpentiere che diverrà la sua vera passione. Il giovane e talentuoso Verlanti passa poi alla corte dell'amico e maestro Giovanni Lazzarini, all'epoca impegnato nella categoria dei complessi, e contribuirà a svariati successi del pittore fra la metà degli anni '50 e la fine dei '60. Nel 1972 il debutto in prima persona con la mascherata in gruppo "Le uova di Colombo" che è subito primo premio. Nel 1973 vengono reintrodotti i complessi mascherati e Verlanti si associa a Giuseppe Palmerini, col quale realizza "Parole parole parole" (primo premio assoluto). Trionfo bissato nel 1974 con "Ogni pentola ha il suo brodo". Sciolto il sodalizio con Palmerini nel 1975, una volta tornato il carro di seconda categoria, Renato Verlanti si cimenta in "Gigante salvaci tu" che però non andrà oltre il quinto posto. Arriva invece un buon secondo posto nel 1976 per "La ripresa" e nel 1977 la promozione in prima categoria; l'esordio è segnato dall'ottavo ed ultimo posto con "Le falene d'oggi". L'annata successiva non è migliore per Verlanti che precipita nuovamente all'ottavo col Gianni Agnelli - Ape Regina di "L'alveare" mentre al Carnevale 1979 si decide di assegnare solo i primi tre posti e condannare tutti gli altri costruttori quarti ex aequo: è anche il caso di Verlanti, in quell'anno autore di "I bimbi di questo mondo" (ispirato al tema dominante di quell'edizione della manifestazione: l'UNICEF). Il pagliaccione imbarcato e suonatore di fisarmonica del 1980 rappresenta per Renato il primo successo fra i grandi. Il carro, intitolato "Vieni, vieni anche tu", presenta una chiara influenza di Sergio Baroni, autore del bozzetto e supervisionatore dei lavori. Un successo da condividere pari merito con "Fiat voluntas tua" di Silvano Avanzini. La collaborazione diviene ufficiale dal "Burlamik" del 1981, firmato a quattro mani, vincitore del secondo premio. Inizia l'epoca del sistema idraulico di sollevamento tramite pistone, novità assoluta per i mascheroni dei carri. Nella stessa edizione Verlanti e Baroni presentano la pedana "Il grande maestro" (quarto posto), meraviglioso carro dal tema musicale che sfilerà per altre due edizioni (1982-1983) come costruzione d'apertura. Dall'anno dopo per i due carristi comincia un periodo di realizzazione di favolose costruzioni fuori concorso, spesso d'apertura coloratissime e di puro estro poetico, una fra tutte: "È arrivato col sole e con l'amor dal mare" (1982), ancora oggi annoverato come uno dei più bei carri mai sfilati sui viali a mare. Innovativo l'uso del plexiglass per simulare la trasparenza del mare sotto un gigantesco Re Carnevale marinaio a bordo di un canotto. Altrettanto celebre anche il carro doppio e a rotazione completa "Fratello sole, sorella luna" del 1983. Nel 1984 i due artisti portano in corso "Dove nacque Carnevale" mentre nel 1985 apre i festeggiamenti "Musica dal mare" (enorme costruzione-palcoscenico sul quale era possibile ammirare una banda diversa ad ogni corso); il carro torna a sfilare l'anno successivo naturalmente aggiornato al Carnevale di Viareggio 1986. Chiusa la bella esperienza dei supercarri fuori concorso, per l'edizione 1987 Baroni e Verlanti presentano "Viareggio amore mio", un magico e movimentatissimo carro allegorico che risente positivamente sia dell'estro poetico e cromatico di Sergio che degli eccellenti effetti tecnico-scenografici di Renato. Alla fine la nave in bottiglia è seconda. Nello stesso anno i due sfilano col piccolo carro d'apertura "Il pedalò". Soltanto in concorso in prima categoria, nel 1988 la coppia porta "Non ci provare con le maschere" che conquista il terzo premio. Medesima posizione nel 1989 con "Benvenuto Burlamacco fra le maschere d'Italia", il carro che segna l'addio di Sergio Baroni dal Carnevale (almeno come titolare). Nel 1990 Verlanti è da solo ma raggiunge comunque un buon quarto posto con un carro a tema Mondiali: "I veri eroi di Italia '90". La lunga pausa dai corsi del pittore Giovanni Lazzarini (iniziata addirittura nel 1976) si conclude nel 1991, anno della rinata collaborazione con Renato Verlanti, il quale decide di fondare una società: il primo si occupa dell'idea e del bozzetto mentre il secondo è il fido esecutore e firmatario dell'opera. In quell'anno il neonato trio Verlanti-Lazzarini-Rossella Disposito (abile mascheratista degli anni '80) conquista subito un ottimo secondo premio con "Viareggio in maschera". Disposito e Verlanti su progetto di Menghino nel 1992 realizzano "Sogno di libertà" (quinto posto) che però non ottiene il successo sperato: questo sarà il peggiore piazzamento raggiunto da Renato negli anni '90. Il "divorzio" professionale con Disposito coincide col secondo posto del dantesco "Per me si va nella città dolente" (1993) incentrato sullo scandalo milanese di Tangentopoli. Ormai la società è soltanto composta da Renato Verlanti e Giovanni Lazzarini che inizieranno dal 1994 a dominare letteralmente il decennio con la vittoria di "Moby Dick": la celeberrima balena bianca metafora dell'agonizzante Democrazia Cristiana ormai in avaria segna un'epoca e apre il ciclo d'oro della nuova coppia del Carnevale. Nuovo successo nel 1995 con lo spettro nazista de "Vecchi fantasmi vagano sull'Europa", subito bissato dal bel carro "Il telemostro" (1996 - dedicato ai pericoli della stravisione della TV spazzatura per i più piccoli). Nel 1997 arriva il quarto primo premio consecutivo con il meraviglioso e filosofico carro "Fate il vostro gioco signori", che impone definitivamente Menghino e Renato come padroni assoluti degli anni '90, eguagliando il record del pokerissimo raggiunto solo da Antonio D'Arliano e da Arnaldo Galli. La storica ed agognata cinquina però non riesce e "Rottami" (1998) è solo terzo. In realtà riesce (ma in verità solo moralmente) perché nel 1999 è ancora vittoria con "American Sexygate show", bel carro sugli scandali sessuali di Bill Clinton (qui raffigurato come grande gallo nel pollaio giornalistico e politico americano). Col nuovo millennio si aggiunge anche il giovane nipote di Menghino, Luigi Bonetti, che però non porta subito bene; infatti nel 2000 il neo trittico presenta lo spettacolare carro satirico "Giubileo 2000: anche D'Alema in compagnia sfila a Viareggio e così sia" ma il gigantesco D'Alema Papa protagonista si deve accontentare del secondo posto dietro a due promettenti debuttanti (Simone Politi e Federica Lucchesi). La delusione è cocente e si somma a un drammatico biennio in cui sembra che la magia del decennio precedente sia svanita nel nulla. Sesti nel 2001 con "Attenzione ragazzi, il diavolo c'è" e quinti nel 2002 con "L'altra metà del mondo". Per il Carnevale 2003 i tre si cimentano in bella vignetta satirica dedicata al Presidente del Consiglio Berlusconi, alle prese con un incubo veramente "magistrale" e il cui titolo è tutto un programma: "Le sinistre ossessioni del Cavaliere". La giuria per un solo punto gli assegna il secondo premio dietro a Roberto Vannucci. A pochi giorni dalla fine del corsi mascherati scompare nella sua abitazione Giovanni Lazzarini, che quindi lascia Verlanti e Bonetti da soli a dover gestire l'intero aspetto progettuale della costruzione. E i risultati ne risentono istantaneamente. Settimi subito nel 2004 con "La grande burattinata" (bozzetto di Elios Lippi) e addirittura noni con "Per un mondo di pace". Nel 2006 arriva inevitabile il tanto indesiderato ultimo posto (decimi) con "Apertura di caccia", recuperato in parte nel 2007 con "Dolce sinfonia" che risale la china fino al sesto. Da quell'anno la società si allarga anche al fratello gemello di Luigi: dopo anni di militanza entra Uberto Bonetti, anche lui nipote (e omonimo) del creatore della maschera di Burlamacco. Satira politica e massmediale nel 2008, tutta sull'ex comico Beppe Grillo e sul suo nascente Movimento 5 Stelle in "Troppi grilli per la testa" (settimo). La debaclè che chiude il pessimo decennio arriva nel 2009 con il settimo ed ultimo di "Tributo a Uberto Bonetti: cento anni da ricordare", costruzione teatrale e futuristica nata come fuori concorso ma voluta in gara dalla Fondazione per celebrare il pittore nel Centenario dalla nascita (1909-2009). Al Carnevale 2010 è affidato il ritiro definitivo dell'ottantunenne Renato Verlanti che dopo 50 anni passati nell'ambiente dei baracconi appende il martello al chiodo. L'ultima costruzione da lui firmata con i fratelli Bonetti è "La danza del drago" che ottiene il secondo premio ancora una volta dietro a Roberto Vannucci. Per anni vincente, Renato Verlanti chiude la sua brillante carriera con un altro amaro secondo posto (come del resto 3 anni prima era accaduto ad Arnaldo Galli). Dal 2011 Luigi e Uberto Bonetti giocano da soli ma il buon Renato non manca mai di dimostrare la sua presenza e vicinanza ai suoi ex allievi andando spesso a trovarli all'hangar alla Cittadella o direttamente ai corsi mascherati annuali, sfilando con loro davanti alla costruzione come del resto aveva sempre fatto.