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Carnevale a Viareggio (1924)

Musica

Interpreti

    ignoto

Arrangiamento

    ignoto

In un momento veramente fecondo, il Carnevale è ormai entrato nell'aria a Viareggio e Icilio Sadun e Cravache interpretano perfettamente lo spirito del tempo con questo brano dai versi lunghissimi ma brillanti. Una musica in 2/4 felicemente sposata con la spensieratezza e la voglia di divertimento che si richiedeva all'epoca. E' l'edizione ricordata con nostalgia da Mario Tobino nei suoi scritti e vede la crescente ribalta nazionale di Viareggio come nuova patria delle maschere. Anche in questo caso la canzone ufficiale venne eletta tramite concorso e il testo sembra evocare un duello medievale tra il Carnevale accompagnato da Monna Primavera e la maschera funerea della morte, richiamando allegorie ancestrali sulla lotta tra il bene e il male che affondano le radici nel culto della bella stagione. Non manca naturalmente il riferimento alla cultura cattolica del Paese con la quaresima che, quasi come maestrina di scuola, invita dopo i bagordi i suoi studenti al ritorno alla normalità.

Tommaso Lucchesi
Copia negli appunti

Infarinato il viso
di polvere di riso,
un neo del Settecento
gettato là sul mento.
Deciso a dar l’assalto
a Monna Primavera,
balzando dallo spalto
della maschera nera.

Il Carneval in maglia,
affronta la battaglia
e il popolo sbaraglia
con canti, picche e fior.

Nel Carnevale,
che impazza e che schiamazza
ogni matrona diventa una ragazza.
Ed ogni uomo sia pure col buzzo
sente improvviso rinascere il ruzzo.
Pizzichi, baci, carezze, morsotti
son dell’amore gli intingoli ghiotti.
Prenderne un poco che male sarà,
poi la quaresima ci purgherà,
ci purgherà, ci purgherà, ci purgherà, ci purgherà!

(Tu non allunghi il muso,
se il dazio non è chiuso,
se l’onibus postale
non marcia per la quale.
Se più che mai il padrone
difende la sua classe,
se chiede la pigion
accidenti alle tasse.

Se l’uomo balneare
vorrà quest’anno al mare
con carta da involtare
o con monete d’or

Nel Carnevale,
che impazza e che schiamazza
ogni matrona diventa una ragazza.
Ed ogni uomo sia pure col buzzo
sente improvviso rinascere il ruzzo.
Pizzichi, baci, carezze, morsotti
son dell’amore gli intingoli ghiotti.
Prenderne un poco che male sarà,
poi la quaresima ci purgherà,
ci purgherà, ci purgherà, ci purgherà, ci purgherà!

Tu sciogli la canzone
in piazza e nel veglione,
t’avventi sulle polpe
nel tratto della volpe;
col naso di cartone
ribollo come mosto,
allunghi in direzione
del mistero nascosto.

Del resto non ti cale
giocondo Carnevale,
apostolo e sensale
dell’attimo d’amor…)

Nel Carnevale,
che impazza e che schiamazza
ogni matrona diventa una ragazza.
Ed ogni uomo sia pure col buzzo
sente improvviso rinascere il ruzzo.
Pizzichi, baci, carezze, morsotti
son dell’amore gli intingoli ghiotti.
Prenderne un poco che male sarà,
poi la quaresima ci purgherà,
ci purgherà, ci purgherà, ci purgherà, ci purgherà!