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Giaguaro di Porta Giannotti

Texte

inconnu

Musique

inconnu

Interprètes

Nom et prénom
Photo de Egisto MalfattiEgisto Malfatti

Arrangement

inconnu
Copie dans le presse-papiers

Giovane bitte in protesta sociale per abolizione lavoro e schiavitù paterna.
Volemo piena libertà sessuale e palpeggiamenti reciproci per immediata conoscenza fra popoli.
E mi presento: Della Lena Marsicoro, soprannominato il Giaguaro felino di Porta Giannotti;
capello in trasando acciottorato in sul vomero, ovverosia a spalla di maschio;
brae di fustagno inglese aderenti al cavallo delle chiappe, avvitate in su la via dei calcagni;
scarpa a stivale con tacco di ricrescita, blouson di vacchetta;
fagotto, indumenti di riambio vali camicia Garibaldi,
giubba sordato ameriano de’ tempi della guerra, cannon con le palle;
passo ferpato, andatura dinoccolosa, occhio lucinogeno e aspetto selvaggio.
Ghitaron in teglia cecina, oppure dicasi farinata di ceci,
corde a budella di miccio per suoni prolungati e tremolosi,
biscari di ristringimento d'avorio liofante, pennin in tartaruga per motivi elettronici.
Tracolla di filza agliosa di oltre al maleficio di peste e di 'orna che ci rimuove il Matusan comprensivo.

Dopo definitivo addio a' congiunti ristretti e un bacio alla vacca,
femmo il primo raduno bitte nella stalla del drogato di Pian di ‘Onca;
declamommo poesie idilliache vali la"Cavalina stornora" e "Piove in su Camaiore".
A fin di recita, tramite cucchiaio di legno ci rimpinsommo
d'un afrodesiaco ‘ndiano allungato con la farina di neccio.
Mi sentie di drento un rimescolio quasi come di purga cristere
e andiedi di stianto in un sogno eròtio come se le ‘ose fussero di ciccia:
vedevo donne vestite da pompieri, anguille ceeole co’ l’occhiali
e un certo Don Fedrigo con ali uccello paradiso sotto l’ascelle
e una rappa d’oliva al posto della 'oda,
che volava nude e bruo sulle Apuane ‘n cerca di nido per covata a uva di pasto.

Studiommo canzoni adeguate al pentimento del mondo quali
"Mamma mormora alla piccina", "Miniera" e "Violino zigano",
e femmo la equipe titolata "Biodoli dell'Ozzeri":
io al guitarrón, il Caon di Lammari al pianin con la rota e il Gringo di San Concordio al tamburo.
Inviommo richiesta per elemento femminile alla Tigre di Cremona e alla Pantera di Goro.
Dato deciso rifiuto, ripiegommo in su la pottaiona di Valpromaro,
voce di pasta con nota d'acuto che andava fuori dal foglio musiale.
"Mein viten! Cicercrauten!”

Dato il successo ottenuto al Festivale di ‘Orsànio, su pressante invito
andemmo alla Bussola del Benardino per serata aggallata.
Pieno stivito come quando aprittero la 'operativa Standarde di Serromigno Monte:
valzeri, porche, balli sorfi a rifinire.
Ci pareva Maggiano il giorno di sabato quando i matti 'un voglino fa' il bagno, Iolai!
Fosse per l'emozione suscitata dal sonno nostalgico,
ma quando la pottaiona di Valpromaro intoniede “Lucca fra cento”
la gente andiede in travaglio d'estasi e pagò perfino il bicarbonato senza nemmeno da' un fiato.

Stanco della protesta arrabbiata, son passato al sentimento mite de' figli de' fiori
quali papaveri, bocche di lupo e altre semenze tardive.
Per via delle distensione venni in veste d'araldo per rida' pace fra Lucca e Viareggio.
Ecco il motto:
"Ripartire ogni 'osa in egual giustizia e questi sono i patti.
Municipio cumulativo, da erigersi in zona confinaria periferia Montramito,
sindaco di princìpi neutrali, il veterinario d'Agliana,
assessorato maneggio palanche, dazio e consumo tutto a' Lucchesi.
A' viareggini i posti di ‘omando, quali nettezza urbana,
servizi accalappiacani e capitan de' Vigili grascini.
Corso di ‘ari e maschere in su le mura e in Passeggiata Margherita il cimitero generale,
ma col preciso impegno che i morti han da esse' sotterati ritti per risparmia' posti.
Donne di pineta, d'amore alla svelta, metà per uno e con l'obbligo di tassametro.
E data palese vicinanza al fluvio marino, spianamento del Quiesa
e riempitura della piana che ne risulta con la rena di piaggia.
Viareggio dev'esse cancellato dal carton geografico
e richiamassi col nome che di giustizia si merita, verosia Lido di Lucca.
Mondo birbo!"

"O scaàrito!"

M’han detto scaàrito! Lo sapevo che non c'era da fidarsi, marittimi fottuti.
Pur di mantene' guerra 'un ve ne va bene una!
Noaltri saremo velli de’ coriandoli fatti in casa,
ma volatri lo san tutti che succhiate confetti da sposa solo nel bianco caramelloso
e po’ costringete anco i bambori a risputa' la mandola per mettella nel croccante.
M’han detto scaàrito! Oh pa', riscaldimi ve la mezz’aringa che lasciai nel piatto il giorno dell'abbandono,
il Giaguaro felino di Porta Giannotti, battezzato Marsicolo in Santa Croce, ritorna fra le tu' braccia.
Mondo birbo!

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