Viareggino dal 29 agosto 1942, Giovanni Maggini si avvicina prestissimo all'ambiente degli hangar del Carnevale poichè, abitando in via Machiavelli dove sorgevano prima del 1960 i baracconi dei carristi, da ragazzino era quasi naturale andare a bazzicare quell'ambiente e dare una mano a qualche costruttore amico di famiglia (come Francesco Francesconi). Da giovanotto il contatto si fa sempre più stretto e Giovanni comincia a collaborare con Maestri del calibro di Bocco Vannucci, Nilo Lenci e Silvano Avanzini. Nonostante gli studi in tutt'altro campo (quello della nautica) e il servizio militare a bordo della "Vespucci", Maggini decide di intraprendere un proprio percorso nel mondo della cartapesta, aiutando qualche costruttore in inverno e arrotondando con lavoretti stagionali in estate. Sentendosi ormai pronto per la prima persona, in coppia con Angelo Romani, nel 1977 presenta la sua prima mascherata in gruppo; "La ristangata" arriva quinta ed ultima. Va decisamente meglio con la vittoria del 1978 per "Sono arrivati i re dei ciarlatani", la prima mascherata ad utilizzare materiali alternativi alla carta, come la stoffa. Il 1979 è l'anno dell'accorpamento fra mascheratisti e carristi di seconda, e Maggini vince insieme a Carlo Bomberini (autori della mascherata di corredo al complesso firmato da Amedeo Mallegni e Davino Barsella) con "Atlas Ufo Robot". Nel 1980 arriva secondo con la mascherata tradizionale "Le maschere rendono omaggio a Burlamacco". Nel 1981 lo storico salto fra i carri (piccoli) con "L'apprendista stregone" (quarto) mentre nel 1982 giunge un ultimo con "La carica". La sua prima prova di satira su carro non riesce e sceglie così di abbandonarla per dedicarsi alla fantasia e all'estro. Nel 1983 un buon secondo ottenuto con "Qualcosa da salvare" lo riporta in alto. Ancora in zona podio (terzo) con "La bottega fantastica" del 1984. Il carro è firmato con la moglie Nirvana Pratali. Nel 1985 arriva quinto con "Lo spaventapasseri innamorato". Nel 1986, grazie ad un ampliamento dei posti disponibili fra i grandi, la vincente coppia Lebigre-Roger e Giovanni Maggini sono i prescelti a salire di categoria. A quell'anno quindi risale il debutto in Prima con "Baracca e burattini" (quinto), un meraviglioso teatro itinerante di marionette (tutte vestite di stoffa) ruotante su se stesso di 360°. Nel 1987 il suo capolavoro: "Amore mio" (ispirato ad un celebre quadro di Gustav Klimt e ai 12 segni dello zodiaco) è terzo. Gli anni successivi sono però magri di soddisfazioni per Maggini: ottavo nel 1988 con "Il signore del vento" (la cui descrizione è una poesia in versi), ancora ottavo nel 1989 con il celebre "David e Golia", nono ed ultimo nel 1990 con "Come sono buoni i bianchi". Breve risalita datata 1991 col sesto posto del carro a sfondo calcistico "Io sono il pallone Dio tuo", ma il sollievo dura poco. Ridiscesa al settimo nel 1992 con "C'era una volta" (costruzione altamente fiabesca) che costringe Maggini e Pratali (ideatrice dei soggetti) a impegnarsi a fondo nel 1993 per evitare la retrocessione; nasce così "Fantasia" (quinto), un viaggio in un mondo di favola e colori, che permette loro di sventare una clamorosa bocciatura in seconda. Il 1994 è l'anno di "La cittadella", un'altra visionaria costruzione che inneggia alla fantasia ma anche ai problemi dei costruttori, costretti a continuare a lavorare in stretti ed angusti baracconi degli anni '60, con il reale progetto edilizio di una Cittadella del Carnevale ancora in alto mare. Il carro, non compreso da buona parte del pubblico e dalla giuria, arriva ultimo. Non va particolarmente meglio nel 1995 con "L'acchiappa fantasmi" (ottavo e penultimo). Negli anni 1996-1997 si apre un bando biennale sottoposto al meccanismo di avanzamenti e retrocessioni e Maggini non parte col piede giusto: ultimo la prima edizione con "Va' dove ti porta il cuore se vuoi volare" (carro poetico che partecipa anche al disastroso Carnevale estivo in Darsena di quell'anno). Nel 1997 è nuovamente ultimo con "Questo pazzo, pazzo mondo" (soprannominato il carro della mucca) e stavolta niente lo può salvare. Dopo 11 anni di prima categoria Giovanni torna mestamente fra i piccoli, firmando nel 1998 la seconda: "Il mondo piatto rende omaggio a Burlamacco" (ultimo). Un altro scivolone sembra attendere il carrista, ma il terzo premio di "La fantasia al potere" (1999) scongiura per il momento questa possibilità. Contemporaneamente il figlio Libero Maggini, appassionato di scultura e di arte, inizia a collaborare alle macchine allegoriche del padre ed è lui dal 1998 a disegnare i bozzetti dei carri. Nel 2000 e nel 2001 arrivano due carri assai singolari: "All'alba di un nuovo mondo" (quarto) e "Tremate tremate le streghe son tornate" (secondo). Dal 2002 finalmente anche Libero compare come consocio e in coppia i due firmano "Exodus" (quarto), dedicato al trasloco da via Marco Polo alla nuova Cittadella (tema in parte affrontato 8 anni prima in un carro grande). Nel 2003 i due Maggini si cimentano in "Gli scheletri nell'armadio" (terzo) e, con la reintroduzione di avanzamenti e retrocessioni, Giovanni spera nel miracolo di una possibile rientreè fra i big. Ma il miracolo non avviene e al suo posto abbracciano la prima categoria Carlo Lombardi ed Alfredo Ricci. Il 2004 è comunque l'anno di un meraviglioso carro per i Maggini, dal titolo "La luna sul tetto", dedicato ai più piccoli e vincitore del secondo premio. Per il 2005 arriva un terzo posto col carro a tema musicale "Sotto le stelle del jazz" mentre nel 2006 è il momento di un ritorno in grande stile alla satira con "Fenomeno da baraccone" (terzo). 2007: ultimo anno di permanenza fra i carri per il duo Maggini. In quell'annata arrivano ancora terzi (ma ultimi) con "American Graffiti" e, dopo un biennio di pausa dal concorso durante il quale realizzano opere sostitutive e di adornamento per la Cittadella, nel 2010 per loro c'è solo la mascherata di gruppo. Nel primo anno di questa nuova esperienza (soprattutto per Libero) giunge immediata la vittoria con "Ridere per vivere", splendida mascherata in bianco e nero rappresentante i più grandi comici del passato in chiave moderna. Ormai Libero Maggini, già affermato scultore, è pronto per camminare sulle proprie gambe e dal 2011 il padre decide di lasciarlo solo in quella che è ormai la sua categoria di appartenenza. Ogni inverno Giovanni aiuta volentieri il figlio nella realizzazione della mascherata, anche se ormai il progetto, la realizzazione e la resa estetica sono unicamente di Libero.