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"I pescicani" di Carlo Vannucci mette in satira gli speculatori incalliti delle crisi economiche che approfittano del momento per ingrassare a spese degli altri. Tony Filippini, su parole e musica di Puccetti e Bresciani, interpreta questa agile canzonetta rimasta fra le più famose del periodo.
Tommaso Lucchesi
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Come faremo a vivere, dillo tu
Tutto non fa che crescere, sempre più
Ora io continuo a spender su per giù
Le paghe son le stesse, non spero nel futur
Ma i pescicani, quei gran signori
Sono in un mare ch'è tutto d'or
Si arrangeranno quelli di fuori
Che per il resto, ci pensan lor
Dice il più grosso al più piccino
"Forza sotto tocca a te!"
Quello si ingozza che di pappa lì ce n'è
Ora mangia te, che poi tocca a me, di nuovo a te
E gli altri pesci, che non son cani
Stanno a guardare, senza parlar
Ma pur pensando, ai pescicani
Quella cuccagna, poi finirà!
(...) per il povero oggidì,
Se non si arrangia il misero, che patir
Soltanto pochi spiccioli, col piattin
Dovrebbe rimediare, se mal non vuol finir
Ma i pescicani, quei gran signori
Sono in un mare ch'è tutto d'or
Si arrangeranno quelli di fuori
Che per il resto, ci pensan lor
Dice il più grosso al più piccino
"Forza sotto tocca a te!"
Quello si ingozza che di pappa li ce n'è
Ora mangia te, che poi tocca a me, di nuovo a te
E gli altri pesci, che non son cani
Stanno a guardare, senza parlar
Ma pur pensando, ai pescicani
Quella cuccagna, poi finirà!
Ma i pescicani, quei gran signori
Sono in un mare ch'è tutto d'or
Si arrangeranno quelli di fuori
Che per il resto, ci pensan lor
E gli altri pesci, che non son cani
Stanno a guardare, senza parlar
Ma pur pensando, ai pescicani
Quella cuccagna, poi finirà!
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