Allievo prediletto del Maestro Renato Santini, il viareggino Marco Dolfi, dopo essersi diplomato dapprima al liceo artistico di Carrara e successivamente all'Accademia (sempre a Carrara), si avvicina negli anni '80 ai baracconi del Carnevale di Viareggio, anche se le sue vere vocazioni sono la pittura e la scultura. Alle soglie dei trentacinque anni (in quanto nato il 3 aprile 1953) Dolfi decide di cimentarsi con la carta a calco ma il suo primo bozzetto per una mascherata di gruppo (datato 1988) non viene accettato malgrado la firma del progetto a due con Guidubaldo Francesconi. L'anno dopo Marco Dolfi ritenta la mascherata in gruppo ma si deve accontentare di un posto fra le maschere isolate: risale al 1989 la sua prima ed unica isolata dal titolo "Un grasso personaggio", costruita nel suo studio di via Tabarracci. La maschera (che vede protagonista il giornalista Ferrara) arriva appena sesta ma nel 1990 giunge inaspettatamente una promozione fra le mascherate di gruppo grazie ad una radicale ristrutturazione delle categorie che allarga i posti disponibili. Per un paio di settimane l'unico spazio liberato viene condiviso in tre da Dolfi, Simone Politi e Giampiero Ghiselli, che iniziano a mettere mano al progetto di "Una mascherata coi baffi" (idea e bozzetto di Marco). Poco dopo si liberano altri posti che vengono subito coperti da Ghiselli e Politi, i quali lasciano Dolfi da solo a continuare i lavori di costruzione. L'esordio è incoraggiante grazie ad un prezioso terzo premio ma gli anni successivi vanno decisamente peggio a causa di un secondo lavoro ricoperto da Dolfi lontano da Viareggio (supplenza annuale come insegnante di disegno all'Accademia di Firenze) che gli toglie tempo alla realizzazione della mascherata. "I telerompiglioni" del 1991 viene costruita nei ritagli del fine settimana con un conseguente livello qualitativo che risente parecchio della sua assenza. La sfortuna si accanisce su Dolfi dato che, durante il trasferimento dei mascheroni dai laboratori dell'ex tiro a volo ai viali a mare per il primo corso, quattro degli otto personaggi vengono decapitati da un ramo sporgente non visto in tempo dal trattorista. Come ciliegina la giuria lo relega al quattordicesimo ed ultimo posto. Altri anni concitati ed indaffarati attendono Dolfi, diviso fra Viareggio, Cagliari e Roma (queste ultime due città nella veste di supplente accademico) e le varie giurie che si succedono sono inclementi e lo fanno precipitare spesso nella parte bassa della classifica. Una breve carrellata di quegli anni: "La riscoperta dell'America" (1992), "Cartoni di stato" (1993), "Più parole che pallone" (1994), "Il nuovo gioco dell'oca" (1995), "Pesi e contrappesi" (1996), quest'ultima arrivata undicesima. Lo spettro della retrocessione è più che mai vicino e nel 1997 Marco Dolfi mette di mezzo l'orgoglio realizzando la sua migliore mascherata di gruppo (secondo premio) "Prendi la maschera vieni a Viareggio", probabilmente la prima con movimenti dei mascheroni: personaggi famosi che si tolgono fisicamente una maschera dal volto e se la rimettono. Un altro arguto movimento permette a VIP e politici vari di ingoiare un malefico rospo dalle fattezze del nemico di turno nella simpatica costruzione "Un rospo da ingollare" (quarta nel 1998). L'ultima apparizione di Dolfi sui viali a mare risale al 1999 con "Tu di che pasta sei?" (sesta). Infatti da quell'anno il pittore ottiene finalmente un posto di ruolo all'interno dell'Accademia di Carrara come insegnante di disegno e decide dunque di lasciare il Carnevale. Ritornerà nell'universo di Burlamacco come membro della Commissione d'Esame Bozzetti in due occasioni e, ogni anno, come curioso ed appassionato spettatore.