Enrico Botta scrive un brano intonato da Massimiliano Farnocchia dedicato ad un ruolo spesso ignorato nel contesto gioioso del Carnevale, ossia quello del movimentista che tra corde e leve da effettivamente vita al carro allegorico. Un buon testo per un brano swing in cui il cantante dimostra padronanza del palco e del testo, il tutto in nome del Rione Migliarina.
Non se ne parla sui giornali,
nemmeno di nascosto sui diari.
Eppure ce ne sono tanti,
armati di scarponi e guanti.
Sono nascosti dentro i cari,
anima e forza senza pari.
Aspettano anche loro il colpo del cannone,
in posizione e dentro il proprio mascherone.
E quando il terzo colpo ci dà il via,
grazie a loro comincia la magia.
È il movimentista
che dà vita all’opera e all’artista,
perché sarebbe solo un mascherone,
tutto di ferro, senza emozione.
È il movimentista,
anche se non è in vista,
è l’animatore protagonista
è il Carnevale del…
Del movimentista.
Quando ormai il corso è finito
lui non muove più nemmeno un dito,
ha dolore da tutte le parti,
guarda i mascheroni, come salutarti.
Tutto è fermo ed in silenzio,
storditi da questo assenzio,
in terra coriandoli e bombolette spray,
il suo Carnevale non si ferma mai.
E prima di andare a cena al rione
si ferma dalla Fauzia e prende un bombolone.
È il movimentista
che dà vita all’opera e all’artista,
perché sarebbe solo un mascherone,
tutto di ferro, senza emozione.
È il movimentista,
anche se non è in vista,
è l’animatore protagonista
è il Carnevale del…
Del movimentista.
Quando, da uno spiraglio, il mascherone
scorge sul viso di un bimbo l’emozione,
è la stessa che tanti anni fa
mi bagnò il viso sulle spalle di papà.
E per questo mai dirà:
“Ma chi me l’ha fatto fa’?”.
È il movimentista
che dà vita all’opera e all’artista,
perché sarebbe solo un mascherone,
tutto di ferro, senza emozione.
È il movimentista,
anche se non è in vista,
è l’animatore protagonista
è il Carnevale del…
Del movimentista.