Figlio del Maestro "Bocco" e fratello maggiore di Roberto, Enrico Vannucci nasce a Viareggio il 18 gennaio 1954 e respira fin da piccolo l'aria dei baracconi del Carnevale, frequentando l'hangar paterno e collaborando all'inizio come semplice impastino a varie costruzioni di Carlo. Malgrado l'amore smisurato per la cartapesta, Enrico riesce a conseguire il diploma all'istituto d'arte di Pietrasanta e ad entrare nella facoltà di Architettura dell'Università di Firenze.\n Nel 1986 il trentaduenne Vannucci decide di siglare una società con il padre ormai ultrasessantenne e insieme firmano l'anno successivo il carro di satira politica "Gatta ci cova", su cui troneggia maestoso un alto e peloso gatto dal volto di Giulio Andreotti (quinto posto). Le edizioni a venire non premiano in fatto di risultati i due costruttori che, in 4 anni, collezionano due settimi ("La natura si ribella" del 1988 e "A me gli occhi" del 1991), un nono ("Viareggio re dei Carnevali" 1989) e un quinto ("Vieni ti racconto la fiaba del Carnevale" 1990).\n Il più grande successo della coppia arriva nel 1992, anno del Carnevale Europeo, con il primo premio "Attenti al lupo", costruzione dedicata alla nascita dell'Unione Europea e ai suoi numerosi grattacapi, quest'ultimi rappresentati da un famelico lupo che, grazie ad un carrello nascosto, si avventa sul pubblico dalla pancia del carro (un giardino fiorito metafora dell'Europa) e poi torna dentro, pronto ad uscire allo scoperto nei momenti meno attesi. Enrico, vero fautore di questa stupefacente innovazione, preconizza un filone dell'apri e chiudi o "effetto sorpresa" che sarà replicato in varie forme da molti colleghi più di 15 anni dopo. La meritata vittoria con il carro del lupo, il cui titolo è chiaramente ispirato ad una canzone di Lucio Dalla, rimarrà un unicum per Enrico, nonché l'ultimo trionfo per Bocco, visto che non riuscirà più a bissare un tale successo negli anni a seguire.\n Nel 1993 arriva un settimo con "Curiamo il mondo" (l'ultima opera di Bocco prima del ritiro), mentre dal 1994 al 1999 per Enrico sono gli anni della Prima Categoria in solitaria che gli regala soltanto un ottimo terzo premio nel 1996 con "Avanti miei prodi" (carro che partecipa anche al Carnevale estivo darsenotto di quell'anno). Nel '94 Vannucci punta su una costruzione sul tema della guerra ("L'ora della pace", settimo) mentre due belle satire su Berlusconi risalgono al 1995 con "L'anno del biscione" (sesto) e, come detto, al 1996 con il Capitan Silvio. Successivamente: "Non venderti" del 1997 (sesto), "Il bandolero stanco" del 1998 (settimo) e "Ma che Italia d'Egitto" del 1999 (nono).\n In virtù del meccanismo di avanzamento e retrocessione, Enrico subisce con Paolo Lazzari il primo scivolone della sua carriera, entrando a far parte nel 2000 della Seconda Categoria e debuttando con un secondo con "Carnevale prossimo venturo". Dalla fantasia si passa alla satira sull'Euro con "Prigioniera di un sogno" del 2001 (terzo) mentre al 2002 risale l'omaggio a Bonetti di "Trionfo di Carnevale" (terzo). I quarti del 2003 con "Jungle Party" e del 2004 con "L'esibizionista" conducono Vannucci a cimentarsi nella realizzazione di complessi mascherati, nuova categoria intermedia voluta dalla Fondazione per il 2005. "Gli equilibri instabili" segna il suo esordio anche in questa esperienza ma per la giuria il carro-mascherata vale un quarto. Nel 2006 Enrico collabora nel progetto di "Ma il diavolo è di destra o di sinistra?" con l'esuberante disegnatore Fabrizio Del Tessa e ottiene un eccellente secondo posto. Dal 2007, grazie al congelamento delle retrocessioni, Enrico si presenta al corso con un complesso fuori concorso dal titolo "Rendez-vous a Viareggio", mentre nel 2008 porta un provocatorio ma artistico carro-scultura intitolato "Presto che è tardi!" incentrato sui temi dell'inquinamento globale, il cui bozzetto è firmato dal pittore e illustratore inglese Michael R. Stuart. Al 2009 risale un sentito omaggio al padre e alle sue migliori opere con un altro carro svincolato dalla gara, assimilabile a una 2° categoria per altezza: "Un Carnevale da incorniciare". Enrico Vannucci torna realmente tra i carri piccoli (e in concorso) nel 2010, quando la Fondazione impone il ripristino del meccanismo di avanzamento e retrocessione. Il nostro presenta in quell'anno "Attenti al (Papi) Pupo" con protagonista il sempreverde Berlusconi nelle vesti di bebè (sesto). L'anno successivo sfila con "Razze in vie d'estinzione" che ottiene un illusoriamente salvifico quarto, che però non riesce a salvarlo dalla caduta tra le mascherate in gruppo nel 2012, quando torna ultimo con "Non è questo il mondo che vorrei". Nel 2013, a sostegno della Fondazione TIAMO, porta il carro fuori concorso "Cartolina da Viareggio". Nel 2014 l'arrivo tra le mascherate dopo la bocciatura di un bozzetto per un carro dedicato alla violenza sulle donne; l'esordio come mascheratista è segnato da un sesto con "L'Italia a rotoli". Il 2015 è l'anno del più alto riconoscimento di Enrico in questa categoria con "Carnevale surreale" che vince il secondo premio, mentre riscende al sesto nel 2016 con il doveroso tributo al papà (scomparso l'anno prima) qui protagonista come Re Carnevale di "Dotti, medici e sapienti". Il nono e ultimo di "I 7 peccati capitali" del 2017 costringe il nostro ad un'ulteriore retrocessione fra le maschere isolate che però non viene accettata. Enrico Vannucci, all'età di 63 anni, abbandona il Carnevale, manifestazione a cui ha dedicato l'intera vita con dedizione, impegno, pazienza e grande spirito di sacrificio. Il fratello minore continuerà a portare alto il nome di famiglia e l'onore della dinastia carnevalara Vannucci.
Cover | Year | Title | Authors | Publishing house |
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N.A. | 2019 | La vita, un Carnevale | E. Vannucci, A. Pinucci | L'Ancora |
N.A. | 2020 | Bocco... mio padre | E. Vannucci | L'Ancora |
N.A. | 2021 | Hanno rubato... anche il titolo... | E. Vannucci | L'Ancora |
N.A. | 2023 | Perdidavero | E. Vannucci | L'Ancora |
N.A. | 2023 | Sogno o son desto | E. Vannucci, I. Gori | L'Ancora |
N.A. | 2024 | Quell’uomo qualunque | E. Vannucci | Youcanprint |
Picture of Archivio Enrico Vannucci
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