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Canzoni - Maschereide (1922)

Interpreti

    ignoto

Arrangiamento

    ignoto

L'inno universale delle maschere replica l'accoppiata vincente degli autori della "coppa", Icilio Sadun e Lelio Maffei. Stavolta i toni sono però solenni ed il coro impetuoso delle maschere che richiama la voce unitaria del popolo vengono elegantemente alternati a strofe di una malinconia di cui Maffei non fece mai mistero. Preoccupato per i tempi che stavano arrivando, il paroliere viareggino non ebbe paura a suggerire tra le righe una sorta di esortazione ad una rivoluzione con le maschere contro un'oscurità che stava per incombere sul Paese. Giudicata da qualche benpensante una canzone troppo cupa, Maffei riscrisse il testo ribattezzandola "Beoneide" e trasformando il refrain in "Noi siamo con l'oste in intimità, evviva il buon vino e chi ce lo dà"....una versione scomparsa col triste Carnevale 1922.

Tommaso Lucchesi
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Permesso? Eccoci tutte quante,
dell'uomo siam le maschere
in veste stravagante
in folleggiante umor.
Vedete? Torniamo ogni stagione,
vaghe fruscianti, fatue,
torniamo sulla canzone
che con noi vive e muor.

Noi siamo il trionfo
di tutte le età
il volto sincero
dell'umanità!

Avanti: ecco qua Pulcinella,
maccaronate a Napoli,
Arlecchino e Brighella:
Piazzetta e il Redentor.
Stenterello: Cascine e Biancone,
il Valentin Gianduja,
Pierrot sotto a un balcone
manda un sospiro e muor.

RIT.

Canzone, dillo per noi alla gente,
chi disprezza le maschere
capisce poco o niente,
fugge la verità.
Le maschere a nessun fan male,
specie a chi sa comprendere:
la vita è un Carnevale...
...per chi pigliar la sa.

RIT.

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