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Canzoni - La Ghitarina (1918)

Testi

    ignoto

Musica

    ignoto

Interpreti

    ignoto

Arrangiamento

    ignoto

Una canto popolare che rievoca tempi lontani in cui le chiacchiere sulle disavventure scherzose dei viareggini riempivano le giornate del paese. Il brano di autore ignoto - attestato al 1918 durante la Grande Guerra - inizia con la voce di un vecchio saggio che invita a prestare ascolto alla storia della sfortunata Marcellina, ragazzina dispiaciuta per aver rotto la sua "chitarrina" (palese metafora della perdita della verginità). Uno stornello pienamente nelle corde di una Viareggio paesana e quasi fanciullesca che si chiude con il vecchio imbonitore che ricorda il motivetto con nostalgia: "Mi sembra d'esse' tornato a mì tempi". Per il testo leggero e spiritoso, la canzone è stata spesso associata alla festa del Carnevale ma nell'incipit il narratore dice chiaramente: "Questa qui non la cantavino sù cari...". C'è anche un interessante riferimento all'esibizione della stessa in Piazza Grande, con chiara allusione alla centralità non solo sociale ma anche culturale del mercato di Viareggio.

Tommaso Lucchesi
Copia negli appunti

Oh te, oh cosi, venite un popò a sentì, vesta vì ‘un la cantavano ne’ cari, ma vi riorderà

almeno la via di Lucca e i gallonzori della Tocca:

Conosco una ragazza
di nome Marcellina,
scavalca monti e valle
a sonà la ghitarina...

Coro La ghitarina, la ghitarina...

Un giorno tornò a casa
tutta scombussolata,
dicendo: oh pà, oh mamma
me l'hano rovinata!

La ghitarina, la ghitarina...

La visita il dottore,
l’attasta e po’ la sona:
“ Bimba sarà difficile
che ti ritorni bona...”

La ghitarina, la ghitarina...

È rotto il filo armonico,
il ponticello è guasto,
tutte le corde stonino,
è una padella affatto!

La ghitarina, la ghitarina...

Oh bimba, ci vol du’ chiodi,
du’ chiodi alla romana,
però sarà difficile
che ritorni sana...

La ghitarina, la ghitarina...

Delafia...mi par d’esse ritornato a mì tempi... vi ricordate quando la cantavimo in piazza
grande e po’ tutti briai alla punta giuliana: oh tegamino portisi un altro quartuccio... be’ mi tempi!

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